Cosa hanno di sbagliato le startup nel trasporto merci ?
Così come Uber è diventato il taxi della nuova generazione e Airbnb ha ridisegnato il mondo degli hotel, ora il mondo del trasporto merci si domanda quale startup rivoluzionerà il settore e fra quanto tempo.
Fin dal 2012 c’è stato un proliferare di startup che hanno avuto l’appellativo di “Uber del trasporto merci” e “piattaforme di trasporto on line”. Alcune hanno ricevuto importanti finanziamenti da grandi aziende tecnologiche.
Mentre negli altri settori stiamo assistendo alla “digital distruption”, le startup del trasporto merci stentano a decollare e alcune di quelle nate del 2012 sono chiuse o hanno bruciato l’investimento iniziale o sono rimaste ai margini del mercato per costi eccessivi o inefficienze incolmabili. Quindi è vero: non basta produrre una APP e avere come descrizione “Uber della supply chain” per creare una rivoluzione digitale. Vediamo le differenze tra Amazon, Uber e il trasporto merci.
Comprendere il mercato del trasporto merci
Solitamente le piattaforme che permettono di far incontrare domanda e offerta con costi bassi,creano valore e forniscono una migliore esperienza d’acquisto per i clienti. Prendete Amazon, per esempio, la sua piattaforma on line permette di far incontrare commercianti con clienti. I commercianti vendono la propria merce e si fanno conoscere a nuovi acquirenti , mentre i clienti trovano facilmente quello che cercano. Amazon guadagna dalle commissioni su ogni vendita. Questo tipo di piattaforma nel trasporto merci esiste da parecchi anni e si chiama : “borsa carichi”.
Le tecnologie moderne hanno portato nuovi modelli di piattaforme di questo tipo. Analizzando il mondo, fino ad oggi, il successo delle piattaforme on line sono dovute alla diffusione dei PC e all’utilizzo di Internet. Le piattaforme moderne, invece, si basano sulla diffusione di Smartphone e Internet delle cose (IOT). Nel campo degli autotrasporti le startup come Cargomatic, Convoy, and Transfix provano a ricreare il modello di UBER facendo leva sugli smartphone degli autisti per gestire i servizi, la documentazione e il tracking. Queste startup sperano di automatizzare le operazioni e ridurre i costi di transazione tradizionali e nello stesso tempo ottenere delle consegne migliori per chi spedisce.
Tutto questo sembra interessante e suona bene, ma perché non decolla?
1 Nessuna nuova “offerta” di trasportatori.
Le piattaforme di brokeraggio, perché funzionino, devono creare più’ valore rispetto a soluzioni esistenti. La maggior parte delle piattaforme compete sul prezzo, ma le piattaforme di trasporto merci hanno difficoltà ad abbassare i costi per i clienti. Pensando ad Uber la sua ricetta segreta è stato il fatto di creare un nuovo “bacino di autisti”: con UBER i noleggi con conducente hanno avuto aperta un mercato nuovo. Addirittura, all’estero con UBERpop le persone possono trasformare le proprie auto in veri e propri taxi, senza dover ottenere una licenza o un permesso comunale. Abbassando le barriere all’entrata le persone hanno iniziato a guidare e l’offerta dei “taxi” è aumentata, creando una maggior offerta alla domanda di “trasporto persone”. Questo aumento di offerta ha abbassato il costo medio delle corse e incoraggiato gli utenti all’utilizzo , di conseguenza è anche aumenta la domanda. Introdurre nuovi attori ha fatto in modo di creare competizione sul prezzo e creare un nuovo impulso sulla domanda. Nel trasporto merci le piattaforme di brokeraggio non hanno questa caratteristica. Le motivazioni principali sono che i trasportatori e i padroncini sono soggetti a parecchie regolamentazioni governative, prima fra tutti la patente di tipo diverso e/o professionale (CQC). Va considerato anche che il settore del trasporto merci ha una bassissima marginalità: teniamo conto che il padroncino che guida il camion arriva a fine mese se il mezzo è quotidianamente, costantemente, impegnato e stressato.
La conclusione è sotto gli occhi: La leva che ha usato Uber per creare una nuova offerta, non funziona nel mercato del trasporto merci.
2 Le relazioni e le conoscenze, nel trasporto merci, contano!
Il settore del trasporto merci e della logistica puo’ sembrare antico , ma è la sua efficienza deriva dalla rete di relazioni e conoscenze che si sono sviluppate e consolidate nel corso del tempo. Broker tradizionali che hanno rapporti di conoscenza ultradecennali con trasportatori affidabili,che riescono ad offrire dei prezzi competitivi ai propri clienti, anche se questo significa una ridotta marginalità nel breve termine. Il risultato è che i broker tradizionali mantengono la clientela fidelizzata e conservano i trasportatori e padroncini con cui hanno rapporti continuativi: in questo stretto rapporto le startup del trasporto merci faticano ad entrare.
Senza i volumi di fatturato, le startup non hanno la capacità di offrire trasporti allo stesso livello di servizio e allo stesso costo degli attori tradizionali. In pratica la tecnologia puo’ essere prodotta da chiunque, ma la qualità del servizio erogato e la affidabilità dei vettori no.
Fino ad oggi Le “UBER per il trasporto merci” hanno avuto appeal perchè offrono strumenti di tracking affidabili, rispetto alle aziende tradizionali. Oggi questo sta cambiando perchè le app che gestiscono il “track & trace” stanno invadendo il mercato del trasporto merci. Semplificando: le “UBER per il trasporto merci” non sono altro che broker con degli strumenti tecnologici molto avanzati ma senza volumi di fatturato.
Inoltre, al contrario dei clienti privati, i clienti “aziende” sono clienti avversi al rischio (ancor di piu’ le grandi aziende) che normalmente hanno contratti di lunga durata, oppure hanno esternalizzato tutta la catena logistica. Oltretutto non sono disposti a pagare un prezzo piu’ alto a meno che non sia la stessa rete di relazioni esistente che migliori il servizio offerto. Finchè le startup del trasporto merci non offriranno abbastanza valore aggiunto i clienti non adotteranno le loro tecnologie.
Semplificando le “UBER per il trasporto merci” non possono competere nel mercato se è quasi impossibile creare un servizio che sia piu’ veloce o a valore aggiunto e piu’ economico contemporaneamente.
Quindi non ci sarà la digital distruption nel trasporto merci?
Si ci sarà, probabilmente la startup che cambierà i paradigmi del trasporto merci ha “ancora” sede in un garage o è solo una idea di un piccolo genio informatico. Probabilmente il settore avrà bisogno di piu’ tempo per recepire il cambiamento ma questo ci sarà. Il cambiamento radicale potrebbe passare dalla combinazione di piattaforme on line e rivoluzione tecnologica, come l’introduzione del camion che si guida da solo. Non a caso UBER con Volvo hanno già acquistato la OTTO , azienda che ha sperimentato su strada la guida automatica sui camion.
Adattamento da: blog.parade.ai