Ottimizzare i trasporti: interporto di Prato sviluppa un progetto Green
E’ stato presentato il progetto “City gate” Sviluppato con Consorzio Detox, il LogisLab dell’Università di Firenze e Tesi Square prevede la tracciabilità degli spostamenti e in una seconda fase l’utilizzo di mezzi green per effettuare un trasporto collettivo all’interno del distretto.
Monitorare i mezzi, studiare i percorsi
La logistica all’interno del distretto pratese, da sempre, è caratterizzata da tanti furgoni e furgoncini che fanno la spola fra le varie lavorazioni della filiera. Un’organizzazione che risulta costosa in termini economici, ma anche ambientali, così Interporto Toscana in collaborazione con il Consorzio Detox, il LogisLab dell’Università di Firenze e Tesi Square, ha lanciato il progetto pilota “City Gate” che prevede la tracciabilità degli spostamenti e in una seconda fase l’utilizzo di mezzi green per effettuare un trasporto collettivo all’interno del distretto.
“Attraverso questo progetto l’Interporto assume un ruolo ancora più centrale nella logistica regionale – spiega il presidente Francesco Querci -. E va a instaurare un rapporto sempre più solido con le aziende del distretto e dell’area metropolitana, con una progettualità che ben potrebbe adattarsi ad altri distretti o ad altre filiere del territorio nazionale”
Il progetto parte con la collaborazione di due lanifici Nova Fides, Marini Industrie, e le loro lavorazione, alcune sono in comune, Rifinizione Cambi, Rifinizione Alan e Fratelli Ciampolini. Di fatto, si va a testare sul campo il percorso che fanno i semilavorati tessili passando fra lanifici, rifinizioni e tintorie collocate in un raggio totale di circa 15 chilometri.
“Il Consorzio Detox è in prima linea sui temi della sostenibilità e il progetto City Gate rientra perfettamente negli obiettivi di tracciabilità del prodotto e di rispetto dell’ambiente tramite la riduzione delle sostanze inquinanti – spiega il presidente Andrea Cavicchi -. Un’azienda da sola non può farcela a organizzare un simile percorso di sperimentazione, e allora abbiamo pensato di allestire un sistema integrato di imprese, guidato dall’Interporto che continua a investire nello sviluppo del territorio. L’idea è quella di andare verso l’efficientamento della filiera, riducendo i costi, tracciando ogni fase della produzione e riducendo l’impatto ambientale”.
Il modello della logistica interna al distretto è stato per anni al centro di tesi di laurea e di modelli teorici, ma è la prima volta che si parte da dati reali. “ Buona parte dei lanifici non ha mai analizzato i costi logistici derivanti dallo spostamento delle materie prime – sottolinea Rinaldo Rinaldi responsabile del laboratorio LogisLab dell’università di Firenze -. Attraverso questa sperimentazione, quindi, proviamo a capire qual è il peso di questa attività sui bilanci delle imprese. Lo faremo con un approccio pratico, cercando di comprendere quali sono i vuoti di efficienza e come ottimizzarli”.
In attesa di poter organizzare la parte del trasporto green, che sarà gestita direttamente dall’ Interoporto, è stata realizzata una prima app per il tracciamento delle merci: “ “La piattaforma – spiega Mauro Zini di TesiSquare – consente di gestire e tracciare in maniera semplice lo scambio di merci tra i diversi attori della filiera.
Il monitoraggio completo è garantito in modalità cloud con l’obiettivo di creare sinergia dei flussi, ridurre i costi di trasporto e le emissioni di anidride carbonica”.